1 – DIFENDI IL TUO DIRITTO DI SCEGLIERE! Per scongiurare il quorum, Renzi ha anticipato la data del voto al 17 aprile, dimezzando i tempi della campagna referendaria e ostacolando il tuo diritto a informarti. Dimostragli che questi trucchetti non riusciranno a fermare la democrazia. VOTA SÌ!
2 – UNA PERDITA DI PETROLIO SAREBBE UN DISASTRO! Quando parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente. E in un mare chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni gravissimi e irreversibili.
3 – METTIAMO IN PERICOLO IL MARE PER UN PUGNO DI BARILI! Per estrarre poche gocce di petrolio di scarsa qualità, si mettono in pericolo le nostre coste, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile. Le prime vittime innocenti potrebbero essere delfini, capodogli, tartarughe, gabbiani e i pesci che popolano i nostri mari. Difendili!
4 – CI GUADAGNANO SOLO I PETROLIERI Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae. E i petrolieri ringraziano.
5 – LA RICCHEZZA DEL NOSTRO PAESE NON È IL PETROLIO Il 17 aprile puoi scegliere: lasciare che i nostri mari diventino un far west di petrolieri, mettendo a rischio il Mediterraneo, oppure far capire al governo che il nostro vero petrolio è la bellezza delle nostre coste, culla della nostra storia e della nostra cultura.
6 – LE TRIVELLE NON RISOLVONO I NOSTRI PROBLEMI ENERGETICI È il momento che qualcuno te lo dica: bucare i fondali non risolverà la nostra dipendenza energetica dall’estero. Come ammette anche il governo, le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 7-8 settimane di consumi nazionali e potremmo estrarre gas per soddisfare i consumi di 6 mesi. Ne vale la pena?
L’ITALIA NON SI TRIVELLA. Dillo forte e chiaro il 17 aprile: VOTA SÌ.
Greenpeace / Diario Legnanese
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