Di Giuseppe Marazzini –
Lo stato di abbandono e il conseguente degrado dei solarium risale a parecchi decenni fa. La responsabilità di ciò ricade innanzitutto sulla mancata assunzione istituzionale di una visione globale del parco ex ILA e delle strutture presenti, tant’è che nel corso degli anni si è sviluppata una sorta di cannibalizzazione dell’area: un po’ al pubblico, un po’ ai servizi socio-assistenziali e un po’ alle associazioni, con tanto di recinzioni per delimitare le singole “proprietà”.
Una scelta tragica perché ha ingessato la possibilità di una vera valorizzazione del luogo e delle sue strutture. Certo, a parole, massima sensibilità ai valori ambientali ed alle vestigia del passato, ma di fatto non è stato fatto nulla e la fatiscenza dei solarium ne è la cartina di tornasole.
Nel 2004, in occasione di un processo di riorganizzazione dei servizi socio assistenziali presenti nell’ex sanatorio, il presidente dell’ANFFAS dell’epoca, Flavio Barello, propose agli Enti coinvolti la sistemazione e l’utilizzo dei solarium per collocarvi la Commissione Invalidità e il Consultorio Familiare. Nel frattempo denunciava lo stato di degrado degli stessi: … pericolanti, con copertura di lastre di eternit e quindi causa di inquinamento atmosferico …
Nel 2016 la giunta Centinaio decise di aprire simbolicamente alla città il parco ex ILA, anche se limitatamente al sabato ed alla domenica. Una decisione che ha solo accontentato un numero ristrettissimo di persone. In tale frangente si toccò anche la questione del recupero dei solarium, ma i tecnici comunali misero le mani avanti: per il loro recupero funzionale, dissero, ci vogliono molti soldi.
Con l’apertura l’Amministrazione Comunale annunciava i seguenti interventi: completamento e riparazione recinzioni interne; inertizzazione dell’eternit sui tetti dei Solarium; rilievo del patrimonio arboreo, indagini agronomiche, primi interventi di messa in sicurezza degli alberi e delle strutture presenti; bonifica dei serbatoi di nafta dell’ex inceneritore e riutilizzo dell’ex inceneritore per attività sociali nel Parco (interventi pro arrivo degli scout).
Con il recente crollo di una porzione di tetto di un solarium, il tema è tornato in auge. Su iniziativa di un consigliere comunale sono state raccolte in poco tempo un migliaio di firme su un sito dedicato e si è riaperto il dibattito nell’Amministrazione Comunale. Tutto ciò è positivo, ma i soldi ci sono?
Legnano, viene raccontato, è la città dei filantropi e della cultura del dono – si è svolto pure un convengo sul tema. Quindi questa è un’occasione imperdibile per i filantropi legnanesi “di mettersi a capo” dell’operazione “solarium”, insieme all’Amministrazione Comunale e alla Sovrintendenza.
Anche i cittadini devono fare la loro parte, contribuendo alla riuscita del recupero. In tal senso, l’Amministrazione Comunale potrebbe emettere delle azioni comunali “pro solarium” da far sottoscrivere ai cittadini.
Qui sotto la proposta di conservazione del solarium est dell’ex sanatorio Regina Elena di Savoia a Legnano (Mi) anno di specializzazione 2006, autrici: Marta Angeli, Mara Blonda, Patrizia Della Vedova, Maria Luisa Laddago, Michela Poletti, Silvia Terruggi.
solarium
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